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Fratture vertebrali e l’esame radiografico con conta di Genant

6 Lug. 23

Le fratture vertebrali da compressione rappresentano l’evento clinico più comune causato dalla fragilità ossea. A causa della complessa eziologia del “mal di schiena”, le fratture vertebrali risultano spesso non diagnosticate e, di conseguenza, non trattate in maniera adeguata. Il Ministero della Salute ha stimato un numero superiore a 100.000 nuovi casi di frattura vertebrale in Italia ogni anno.

Un peso sollevato distrattamente, un movimento brusco, talvolta solo l’essersi chinati troppo, rifacendo il letto al mattino: tutti gesti a prima vista innocui e invece suscettibili di provocare, nei soggetti predisposti, il cedimento e il collasso del corpo vertebrale

Una delle più frequenti cause di frattura del corpo vertebrale è l’osteoporosi, inesorabile e “silenziosa”, ma possono anche essere la conseguenza di un evento traumatico, di malattie del sangue, di un tumore oppure di terapie steroidee a lungo termine, quali quelle impiegate nella cura di alcune patologie dermatologiche o allergologiche, nel trattamento dell’artrite reumatoide o nei pazienti post-trapiantati.

La diagnosi precoce è possibile mediante l’esame obiettivo e l’esecuzione di accertamenti diagnostici strumentali, quali la radiografia, capace di rilevare la presenza di una frattura vertebrale da compressione. L’esame radiografico permette di riconoscere la frattura somatica tramite la deformazione del corpo vertebrale.

La deformità vertebrale viene classificata da GENANT in tre gradi a seconda della riduzione dell’altezza della vertebra e tre classi secondo la morfologia della deformazione. Tale classificazione aiuta a definire la frattura e monitorare l’eventuale modificazione morfologica nel tempo della stessa.

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